martedì 23 febbraio 2021

Cuore di pietra

 

Fiume Tevere


Andrò lontano,

in paese straniero,

emigrerò da questa terra

che si mostra ostile.

 

Roma, oggi mi sei nemica,

non ti riconosco, o forse

son io che cambio,

è il mio cuore che da te

già si allontana.

 

Le tue fontane

non mi parlano più

con lo scroscio dell’acqua,

sono mute, come muto

è il mio cuore.

 

I monumenti che amavo,

non hanno più storia:

pietre senza nome.

 

No, non è mia la colpa,

se il mio cuore più

non t’ama, se mi sento

straniera, se ti abbandono,

se fuggo verso un paese

sconosciuto e lontano,

cercherò il silenzio

di verdi campagne….

sì, o Roma, ecco la verità:

sei una città immersa

ormai nella modernità,

il frastuono mi sommerge

ed io da te mi allontano.

 

Quando eri pace, ti amavo,

quando nel silenzio

la voce del fiume ascoltavo…

ora mi sei nemica:

nella polvere del traffico

il Colosseo, Castel Sant’ Angelo

per me non hanno più memoria.

 

Una terra d’amare troverò,

andrò lontana e in quel

luogo amato riposerò

le mie stanche membra

un giorno nel sepolcro.

 

Non lascio rimpianti,

non mi seguono ricordi,

mentre il treno si allontana

sussulta il cuore, come

da un brusco risveglio

dopo un lungo sonno:

geme, si stringe ed un

grido, il grido del Cuore

di Pietra, sale e mi

stringe la gola; ma

la mia voce non ha parole;

sale il grido verso l’alto,

gli occhi si velano,

tremano…..

e nell’ombra di una lacrima

le labbra serrate si schiudono,

la voce prorompe

in un grido:

“Addio o Roma, città

per sempre mia!”   

 

(2 marzo 1964 F.B.)





Foto:https://www.flickr.com/photos/davidalmeida

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