La volta azzurra,
di questo dì di maggio,
è all’improvviso grigia,
nuvolosa e tetra.
Nuvole battagliere
nascondono allo sguardo
il sole.
Dalle finestre aperte
mani affrettate
tolgono il bucato steso.
In un attimo
chiudono le palpebre
i grandi occhi aperti
delle case.
Prorompe il tuono
nell’aria come un boato;
la pioggia discende
veloce sui tetti,
prima opachi di sole,
sulle case decrepite.
Nelle nari,
un prima vago
poi intenso profumo
di terra bagnata.
Una tristezza incerta,
desio di cose lontane
aleggia nell’aria…
Ed ecco improvviso
torna a splendere
il sole.
Sui tetti bagnati
disegna arabeschi di luce,
puntini d’argento.
Picchiettano,
sempre più lente,
le ultime gocciole stanche
sui vetri delle finestre
ancora chiuse.
Poi, più niente:
di questa pioggia di maggio
rimane soltanto una goccia
che scivola, tremando,
lungo un vetro appannato.
(25 maggio 1964 F.B.)
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