mercoledì 29 aprile 2020

La mia gioia

Fornaio

Nel silenzio del giorno
che volge al tramonto,
lacrime di pioggia
scivolano sui vetri,
ricordi improvvisi
sciolgono i pensieri.

Ricordi d'infanzia,
di botteghe antiche,
che regalavano
parole e sorrisi:
il fornaio, il lattaio, il salumiere
e tanti ancora a mai finire.

Piccola bimba di sei anni,
raccolsero nel cuore
il mio incosciente dolore
quando mio padre recrinò
il capo nelle nude mani
di un avverso destino.

Nelle loro botteghe
famiglia di parole, consigli,
domande sulla scuola
e il ragazzo che aspettava
lì fuori...

Erano un pò come la
portiera dello stabile
dove vivevo:
sapeva tutto di tutti;
ma era certezza,
fiducia, sicurezza.

Ricordo quando,
felice,
già gridava il mio nome
salendo le scale,
mi incitava ad aprire la porta,
stringendo una busta
tra le mani:
"Hai vinto il concorso!"
senza aprirla sapeva 
il mio domani.

La partenza per Milano,
il suo commiato, la mano
nella mano, negli occhi
la speranza di vedermi tornare:
ma sei volata in cielo
prima di poterti riabbracciare.

Non mancasti te sola
al mio ritorno, le botteghe
avevano chiuso le porte,
quelle botteghe che
profumavano l'aria con
la fragranza del pane
appena sfornato, che
sapeva di fatica e di
amore!

Supermercati, bolgia 
senza parole, senza sorrisi,
senza conforto:
vedo intorno volti stanchi,
rughe di infinita tristezza,
cellulari eternamente tra le mani.

Addio botteghe di un'infanzia
lontana di infinita bellezza,
la mia gioia con voi si è spenta
lasciando lontani,
con il profumo dei pani,
variopinti fiori di ricordi felici.

Risplendono i vetri
d'un rosso tramonto;
l'ultima goccia di pioggia 
scivola lenta e scompare,
così come l'alba ogni
sogno fa dileguare.

(18/01/2020 F.B.)

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